La corretta postura

   


La postura corretta, oltre all’esercizio fisico, è un elemento imprescindibile per il nostro benessere fisico – oltre che mentale – più di quanto già rientri nella consapevolezza dell’individuo. L’attenzione a camminare in posizione eretta dovrebbe, infatti, mantenersi costante se si considerano i rischi insiti nel trascurare questa corretta abitudine. Il fatto di camminare con la schiena curva, infatti, favorisce l’accumulo di grasso sull’addome, mentre camminando con la schiena dritta i muscoli addominali ne risultano tonificati. In posizione sedentaria, occorre, invece, appoggiare completamente la schiena sullo schienale. Un’altra noncuranza molto frequente è quella di camminare con le braccia cadenti, posizione che opprime la cassa toracica e lascia l’addome senza forza, favorendone il rilascio. Anche nei momenti, come nel corso di lunghe giornate di lavoro in posizione sedentaria, in cui si è impossibilitati a muoversi e a camminare, le occasioni per alzarsi – almeno una volta – e/o per compiere movimenti, anche molto piccoli, va afferrata come un momento prezioso poiché, oltre ad altre conseguenze, permette di evitare una possibile ritenzione idrica a livello addominale.


CORRETTA POSTURA:
BASE DI TUTTE LE DISCIPLINE SPORTIVE 
di Andrea Cantelmi
Caratteristica comune a tutte le discipline sportive sia di resistenza sia di velocità e potenza, è la corretta postura. Di conseguenza più la postura del nostro atleta sarà efficiente meno sarà la possibilità di incorrere in infortuni.
Se nel passare degli anni si sono avuti più infortuni, è giunto il momento di rivolgersi ad un centro fisioterapico specialistico, per una visita baropodometrica sia in fase statica che dinamica, secondo l’esito lo stesso centro o un'altra struttura ortopedica, confezionerà un’ortesi plantare, atta a correggere l’eventuale difetto di appoggio.
Il piede è fondamentale al fine di una corretta presa con il terreno, infatti, circa il 10% delle terminazioni nervose partono da esso, di conseguenza se l’input di ingresso partirà distorto tutto il processo “psicomotorio” proprio della realizzazione del gesto atletico viene modificato con conseguente alterazione del pattern gestuale che porta ad una prestazione ridotta, meno potente, meno rapida e che espone l’atleta a farsi male e ad agire male.
Nel caso questo schema si ripeterà nelle esecuzioni sarà difficile ristabilire i corretti automatismi, anche perché ormai sono“vizi” acquisiti non controllati dalla corteccia celebrale ma dal midollo spinale, ecco perché è sempre opportuno eseguire le esercitazioni più dal punto di vista della qualità della tecnica, che della quantità, è fondamentale quindi il feed-back con l’allenatore che visionerà la corretta esecuzione del gesto sportivo, nel caso si è da soli fondamentale diviene lo specchio durante le esercitazioni, con il quale ci rapporteremo controllando la simmetria tra gli arti e la coordinazione del movimento.
Qualsiasi danno delle articolazioni e dei tessuti molli degli arti inferiori e quindi non solo del piede, altera la propriocettività intrinseca dei piedi e di conseguenza tutti gli equilibri e l’armonia neuromuscolare che l’atleta ha costruito con tanta dedizione e fatica. Quando il peso del corpo, dopo la fase di volo, si scarica sul terreno, l'arco plantare tende a cedere verso l'interno, con un effetto ammortizzante grazie alla trasformazione di questa energia meccanica in energia elastica che inoltre viene restituita, in collaborazione ad altre strutture, al passo successivo.Questa pronazione fisiologica è caratteristico del tipo di appoggio normalmente chiamato neutro. Quando questa pronazione è superiore a quella estensione considerata normale si definisce il corridore come iperpronatore, quando, invece, il meccanismo descritto risulta deficitario rispetto all'ampiezza fisiologica parleremo di "appoggio in inversione" o di "atteggiamento supinato" o di "piede rigido".
Questi diversi tipi di appoggio richiedono una concezione di scarpa diversa che deve tendere se non a correggere ad "aiutare" l'eventuale difetto, garantendo al piede la migliore biomeccanica possibile per evitare la cosìdetta patologia da sovraccarico funzionale che può riguardare le strutture direttamente coinvolte nell'appoggio, sia strutture più lontane come ginocchio, anca e rachide.
A secondo il tipo di gara o allenamento (corta-media-lunga), nell’ultimo caso della velocità di corsa, ritmo lento, medio, veloce, del peso dell’atleta, e dell’appoggio (under-pronation, neutral pronation, over-pronation) si utilizzerà la giusta scarpa da running. Per postura possiamo intendere la modalità con cui l’organismo si contrappone alla forza di gravità per mantenere una posizione del corpo e interagire con l’ambiente. Non si può parlare separatamente di propriocettività, tutte le informazioni provenienti dai muscoli, dalle articolazioni, dai legamenti, informazioni provenienti dal labirinto, informazioni provenienti dalla vista, informazioni provenienti dall’udito in maniera più o meno complessa partecipano e si integrano col sistema funzionale della propriocettività. A secondo l’esercitazione proposta avremo un maggior apporto di un sistema, spetta all’operatore stabilire il sistema più deficitario o il sistema più utilizzato nella disciplina specifica (ad esempio nel ballo acrobatico, vi sarà un grande apporto del sistema vestibolare perché esso agisce quando i movimenti del capo superano una certa ampiezza e velocità, con gli occhi chiusi escluderemo il sistema visivo). Per chi le dispone, ci si può affidare a moderne apparecchiature che agiscono per migliorare “l’archeopropriocezione”, si allena creando situazioni di disequilibrio-instabilità, destabilizzando la base di appoggio grazie ad uno strumento caratterizzato biomeccanicamente da una superficie rotolante, abbinando ad una tavola basculante il feedback visivo in tempo reale.

Ecco dunque i notevoli vantaggi che le esercitazioni propriocettive possono fornire;

• Minimo stress organico e strutturale, nonostante il livello di interessamento dei sistemi propriocettivi sia massimale, consentendo di lavorare in completa sicurezza
• Articolazioni stabili e attive, ovvero pronte a rispondere rapidamente a situazioni nuove e impreviste da gestire
• Raffinato controllo posturale
• Utilizzare al meglio la potenza disponibile, favorire lo sviluppo della forza, sviluppare il trofismo dei muscoli stabilizzatori

Tale metodica, dovrebbe diventare parte integrante di tutte le discipline sportive, unito ad un training “compensativo” che consenta di limitare al massimo lo squilibrio dovuto all’utilizzo della muscolatura agonista (rispetto a quella antagonista soprattutto nei periodi competitivi), tra arto dx e sx, si eviterebbero tanti traumi, il bendaggio funzionale o taping, dovrebbe si essere utilizzato come metodica preventiva, ma non può mai sostituire, questo tipo di esercitazioni, utili sia a gesti di vita quotidiana, che a prestazioni massimali di livello agonistico.
Bibliografia
Atlante di Anatomia (Pivetta)
Fisiologia Articolare Arto inferiore (5° edizione) Kapandji.
Compendio di ginnastica correttiva
Le patologie del piede (Centro studi FIDAL)
La traumatologia in atletica leggera (Centro studi FIDAL)
Scarpe istruzioni per l'uso" di Gregg Weinmann Neri Editore
"Scarpe & Sport" di Filippo Pavesi Editoriale Sport Italia Srl