Il movimento e la musica



Si parlava di te l'altra sera 
si diceva che non canti più
quelle strofe di frontiera 
belle come la tua gioventù
ma se il cuore ha un'ala spezzata
devi solo curarla perchè 
non è ancora la fermata
altri viaggi aspettano te 
dall'istinto che hai
di non credere mai  
è da questo lo sai
che riparte il cammino
ognuno di noi 
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare 

anche se sembreranno 
più lunghe che mai
certe dure salite del cuore 
c'è che ognuno di noi
può resistere sai 
aggrappato ad un raggio di sole
e se la vita ci frega  
quando prima ci esamina e poi
solo dopo ce la spiega  
la lezione più dura per noi
ma ci insegna che ogni bufera 
può strappare un bel fiore però
non l'intera primavera  
non può raderla al suolo non può
dall'istinto che hai 
di non cedere mai
è da questo lo sai 
che riparte il cammino
ognuno di noi 
ha la sua strada da fare
prendi un respiro ma poi
tu non smettere di camminare 

si comincia a morire 
nell'attimo in cui
cala il fuoco 
di ogni passione 
ognuno di noi 
ha il suo pezzo di strada da fare
segui il passo di un sogno che hai
chi lo sa dove può arrivare 

chi lo sa 
ognuno di noi 
ha il suo pezzo di strada da fare 
anche se sembreranno più lunghe che mai
certe dure salite del cuore 
c'è che ognuno di noi
può resistere sai 
aggrappato ad un raggio di sole
il sole sopra di noi sopra di noi 







Musica e movimento - di Fla Sea 


“La musica è espressione universale al di sopra dei popoli, è arte compresa e sentita dai più semplici ai più eletti spiriti” (Nerina Poltronieri, “Lezioni di teoria musicale”). La musica infatti è in grado di superare i filtri logico-analitici della mente e mette in contatto diretto la causa che genera i sentimenti e le emozioni con i sentimenti stessi e questo, necessariamente, provoca reazioni fisiche. Che siano la danza, riti propiziatori, riso, pianto, il comunicare l’uno con l’altro (cosa genera il suono della nostra voce se non un movimento vibratorio di particelle che parte dalle nostre corde vocali per poi diffondersi e propagarsi all’esterno del nostro “corpo-cassa armonica”?), il suonare uno strumento, il tamburellare con le dita quando siamo annoiati o nervosi...tutte queste azioni-reazioni non sono altro che la dimostrazione di quanto il suono scaturisca dal movimento e di come questo sia consequenziale al suono e di come sia movimento che suono siano espressione della nostra interiorità. Scomponendo per un istante la Musica e andandola ad analizzare nei suoi più intimi costituenti vediamo che questa è “nata”, insieme al movimento, contemporaneamente all’uomo. I suoni, i ritmi si combinano e “vivono” nel tempo (più correttamente, nei tempi) che non è altro che la scansione e la misurazione del movimento nello spazio. L’evoluzione e lo sviluppo psicomotorio dell’essere umano corrispondono ad un’evoluzione e ad un affinamento delle tecniche “musico-sonore” e motorie dell’uomo stesso. Non per niente ai bambini, già dai primi anni d’età, vengono insegnate filastrocche o canzoncine complete di mimica e recitazione:queste, attraverso l’abbinamento di suono e movimento, coadiuvano allo sviluppo psicomotorio e ampliano notevolmente le capacità espressivo-comunicative del bambino. L’esperienza di vita, lo sviluppo psicologico fanno si che i suoni si evolvano e formino delle “frasi di senso compiuto” che sommate ai ritmi e alla suddivisione di questi nel tempo costituiscono la Musica, che fin dall’origine delle prime comunità di uomini è sempre stata il mezzo per comunicare a livello profondo con la propria e con le altre interiorità e usata come medium tra il reale e il trascendente. Allo stesso tempo, il movimento per far sì che i tamburi suonassero, che le pelli di animale, differentemente tese, vibrassero si evolve e da semplici movimenti scoordinati e insignificanti, questi si caricano di forza spirituale e rituale, coordinandosi tra loro fino a divenire indispensabili per il profondo scambio che avveniva nei riti preistorici, nelle preghiere e negli spettacoli e che avviene tutt’oggi tra l’essere umano e la sua più profonda interiorità, tra il reale e il mistico et simila. è sorprendentemente impressionante soffermarsi e notare come il movimento e la musica si evolvano contemporaneamente e consequenzialmente all’ uomo e viceversa, sembra che l’evoluzione dell’uno sia necessariamente collegata a quella dell’altro e di come i suoni e i ritmi abbiano necessariamente ripercussioni ed effetti sull’uomo a livello fisico. Non è un caso di mero gusto se non si vede tutti i giorni un uomo di settant’ anni che ascolta i Metallica o va in discoteca: c’è un ritmo e un accostamento di suoni e movimenti determinato per ogni età che fa qualcosa di più del caratterizzarla, la costituisce e le appartiene in quanto tale. Così è pure per la Storia. Non che il Rock non si potesse suonare con un tamburo, un fortepiano, un clavicembalo e un flauto (lo dimostrano gruppi contemporanei che si cimentano nella sperimentazione sonora) e né banalmente si può pensare che nel medioevo il rock non sarebbe piaciuto, il fatto è che non poteva essere concettualmente e praticamente concepito a causa del non adeguato e non pronto sviluppo dell’individuo nella sua totalità. Ad ogni Era corrispondono determinati intervalli di assonanze sonore, ritmiche, gestuali e comportamentali che sono determinate dalle contingenze esterne e interne che giocano nel formare l’essere umano. Il Tango, tanto perseguitato, era visto come un superamento dei movimenti statici e calcolati delle vecchie danze, ma in fondo non è costituito da movimenti come lo è una Pavana? Eppure nel medioevo non esiste nessuna danza neanche lontanamente paragonabile al “ballo proibito”. Stesso motivo del Rock: la formazione dell’uomo va pari passo con le sue conquiste sociali e di consapevolezza della propria interiorità e questo avviene passo dopo passo nella Storia come nella vita dell’uomo. 
Il binomio musica e movimento, come è già stato accennato, è lampante nella danza: il movimento è causa del suono e allo stesso tempo ne è interpretazione e rappresentazione simbolica e il suono è causa di movimento essendone contemporaneamente la manifestazione. Esistono, comunque, relazioni più sottili tra musica e movimento come nella poesia, nella recitazione, nella pittura, nello stesso suonare uno strumento.
Poesia e recitazione giocano entrambe sul ritmo e sulla frequenza della nostra voce, sulla differenza delle lingue e delle loro pronunce e dei loro suoni, delle pause e dei respiri. Nella poesia entra in campo tutto il nostro corpo, tutti i nostri muscoli, i nostri organi concorrono nello scrivere, nel leggere, nel rispondere degli stimoli psicologici che la lettura comporta. Nella recitazione questo è ancora più evidente, nel melodramma poi raggiunge il suo apice: poesie recitate con evidente teatralità, alcune cantate, spesso anche danzate le musiche e le parole si fondono e le une sono necessarie alle altre. Vincenzo Spera, a tal proposito, dice: “La musica è movimento, è espressione di sentimenti e sensazioni; questo necessariamente contiene della teatralità nella sua forma scenica e rappresentativa.”. La sinestesia tra poesia, musica e movimento la si può trovare in poesie della Dickinson, di Pascoli, Manzoni, D’Annunzio come anche nelle ritmate cantilene che sentiamo gridare dai soldati nei film per non perdere il ritmo di marcia come, tornando allo spirituale, nei più antichi e mistici mantra buddisti e indù che accompagnano l’uomo nella conoscenza della sua più profonda interiorità. Nella pittura Kandinsky ne è l’esempio e scrive sull’argomento numerosi saggi. Ne “Lo spirituale nell’arte” correla ad ogni stato d’animo, movimento e suono- insomma ad ogni espressione e ad ogni forma di comunicazione dello spirituale dell’uomo- un colore e una forma geometrica. Kandinsky evidenzia come nello sviluppo delle capacità espressivo-comunicative dell’uomo tutti gli stimoli sensoriali e le azioni che gli derivano e che ne sono la causa siano in stretta correlazione tra loro. Nel dipingere è evidente l’entrata in campo del nostro corpo come del resto lo è nel caso della percussione o del suonare uno strumento ma forse, nella pittura, è meno evidente l’accostamento con la musica. Proprio per questo si è menzionato Kandinsky. L’Artista, infatti, teorizza che come dietro ogni forma e movimento c’è un simbolo e uno stato d’animo allo stesso modo ad ogni suono o timbro o ritmo appartiene una forma e un movimento che l’artista deve compiere per arrivare ad un determinato risultato per comunicare lo stato d’animo e la sensazione alla quale esso è associato. Ad esempio il giallo è affidato agli ottoni, suoni acuti, spezzati, vivaci facilmente abbinabili ad un Allegro- Vivace, un Andantino che a sua volta è rappresentabile e si comunica in tutta la sua essenza nella forma base del triangolo che si complicherà, poi, in tutte quelle forme riconducibili ad esso. Le forme e le basi possono essere facilmente riconducibili, se vogliamo tornare al movimento inteso come danza, agli schemi delle danze, alle coreografie. Quando il musicista prende il suo strumento per produrre determinati suoni deve compiere i movimenti giusti: un chitarrista non può sfruttare al massimo la polifonia del suo strumento sedendosi con le gambe incrociate, le sue dita non riuscirebbero ad effettuare tutte le estensioni consentite; come allo stesso modo un violinista non può suonare con il mento appoggiato troppo lontano o troppo vicino la sua spalla, i muscoli del collo dopo poco tempo non sopporterebbero lo sforzo e in ogni caso le dita risentirebbero della scorretta posizione dell’arto superiore. Forse tra musicista e strumento il legame “musica-movimento” è quasi forte, se non di più, come in quello tra musica e danza.
Il musicista deve assicurasi che la posizione assunta nei confronti dello strumento sia contemporaneamente corretta fisicamente- evitando dolori, tendiniti, scorrette abitudini e posture del rachide- e tecnicamente utilizzabile al massimo, ossia consenta al musicista di muoversi liberamente per tutta l’estensione del proprio strumento. Ad ogni movimento corrispondono un suono, un timbro, un colore e un ritmo(o meglio, se parliamo di singoli suoni, un accento)[con il termine “colore” viene indicata la brillantezza del suono in base anche alla sua intensità, ndr]. Il musicista deve regolare la forza impiegata nel percuotere o nel pizzicare la corda, nell’emissione del fiato, nell’ampiezza del movimento del braccio.  Nel suonare lo strumento il musicista si fa espressione stessa del suono, della sua interpretazione e causa stessa di entrambe ossia il loro movente. Incarna, dunque, sia il movimento che l’interpretazione e il significato del suono stesso. Moshe Feldenkaris nel suo “Le basi del metodo” scrive: “Per qualsiasi uso delle mani, sia esso suonare il pianoforte, contare banconote e scrivere, dobbiamo disporre tutto lo scheletro e ogni muscolo al pianoforte, allo sportello della banca o alla scrivania. I movimenti delicati hanno bisogno di polsi e dita delle mani, di caviglie e dita dei piedi, ma l’intera muscolatura è coinvolta nel portare le estremità più sottili al luogo in cui eseguono la loro funzione. Spalle e fianchi sono necessari laddove c’è bisogno di portare il corpo dove sono necessari i movimenti delicati delle dita.”. Quindi, lo strumentista, per produrre musica deve inevitabilmente confrontarsi col proprio corpo, mettendosi alla prova fisicamente, per questo già dai primi anni di studio gli vengono insegnate le giuste posizioni (la noiosa ma necessaria “impostazione”), spiegate e mostrate le “malattie” alle quali può incorrere usando scorrettamente il proprio corpo in relazione allo strumento, gli vengono indicati i modi e le tecniche per districare complessi e (fisicamente) faticosi passaggi tecnici perché come diceva Confucio “Se vuoi uscirne, passa per una porta” (...e nun dà le capocciate ar muro, ricorda Trilussa). Concludendo possiamo affermare dopo gli esempi portati e analizzati che sicuramente la musica e il movimento sono realtà autonome strettamente collegate e che senza movimento non avremmo suoni e allo stesso tempo le emozioni suscitate dalla musica provocano necessariamente del movimento.



DANZE DI GRUPPO


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